Il settore rifiuti comprende tutto l’insieme delle politiche, procedure o metodologie volte a gestire l’intero processo “di vita” dei rifiuti, dalla loro produzione fino alla loro destinazione finale, coinvolgendo quindi la fase di raccolta, trasporto, trattamento (riciclaggio o smaltimento) fino al riutilizzo dei materiali di scarto, solitamente prodotti dall’attività umana, nel tentativo di ridurre i loro effetti sulla salute umana e l’impatto sull’ambiente.
Un interesse particolare negli ultimi decenni riguarda la riduzione degli effetti dei rifiuti sulla natura e sull’ambiente, grazie alla possibilità di risparmiare e recuperare risorse naturali da essi e ridurne la produzione, attraverso l’ottimizzazione del loro ciclo di gestione.
La sicurezza nel settore rifiuti
Lavorare a stretto contatto con rifiuti comporta una doppia seria di pericoli, da un lato legati al potenziale di rischio intrinseco nei materiali stessi, dall’altro inerente il coinvolgimento degli operatori, che devono essere adeguatamente formati in merito.
Per quanto riguarda la classificazione dei rifiuti, tutti quelli definiti pericolosi ai sensi della direttiva europea 75/443 ricadono nell’applicazione della normativa SISTRI (Sistema di Controllo della Tracciabilità dei Rifiuti): si tratta di una recente introduzione, nata con l’obiettivo di semplificare il processo di gestione e tracciabilità dei rifiuti urbani, ospedalieri, speciali, pericolosi, e renderne trasparente il circolo di distribuzione, abbattendo i costi sostenuti dalle imprese del settore.
Con il decreto 78/2016 sono stati introdotti contributi e nuovi oneri per i seguenti soggetti:
- imprese o enti che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi; soggetti che trasportano rifiuti pericolosi da loro stessi prodotti, iscritti all’Albo nazionale dei gestori ambientali in categoria 5, o se iscritti in categoria 2-bis.
- Per il trasporto navale, l’armatore o noleggiatore che effettua il trasporto, o raccomandatario marittimo delegato.
- Nel trasporto intermodale marittimo, il terminalista concessionario concessionario dell’area portuale, impresa portuale cui sono affidati i rifiuti in attesa della fase di imbarco/sbarco.
- Infine, per il trasporto intermodale ferroviario: i responsabili degli uffici di gestione merci, gli operatori logistici presso le stazioni ferroviarie, gli interporti, gli scali merci, cui sono affidati i rifiuti in attesa della presa in carico da parte dell’impresa ferroviaria che deve effettuare il trasporto successivo.
Un capitolo a sé lo meritano i rifiuti solidi urbani.
Gli operatori ecologici che se ne occupano sono impiegati in ciascuna delle fasi di raccolta, gestione e smaltimento: questi processi prevedono dei potenziali pericoli che devono essere oggetto della valutazione dei rischi fatta dall’ente erogatore del servizio.
- Per quanto riguarda la raccolta, i rischi cui gli operatori sono sottoposti sono innanzitutto di natura biologica; c’è poi il pericolo intrinseco nella movimentazione manuale dei carichi, nel lavoro su strada, il rischio di tagli e punture e quello dovuto allo stress termico o meccanico. Le misure di prevenzione adottabili sono la formazione e l’informazione del personale addetto, la corretta organizzazione logistica lavorativa, i DPI (es. guanti anti-taglio, calzature infortunistiche, indumenti e occhiali protettivi).
- Nella gestione rifiuti, troviamo all’incirca le stesse tipologie di rischio appena descritte; inoltre, nel caso in cui non sia prevista la raccolta differenziata, occorre che gli operatori effettuino un percorso formativo specifico sui possibili rischi di esalazioni tossiche o di soluzioni corrosive.
- Infine, nell’ultima fase di smaltimento, gli operatori sono impiegati nelle discariche, negli inceneritori e negli impianti di stoccaggio temporaneo, hanno a che fare con rischi connessi alla manipolazione delle diverse tipologie di rifiuti (quindi, il rischio biologico, chimico, di incendio o esplosione, di punture o tagli, di vibrazioni, o rischi correlati alla fatica e alla movimentazione dei carichi).
Inoltre, un rischio specifico è dato dall’elevata concentrazione di cariche batteriche e fungine, nonché di polveri; anche la presenza di macchine e attrezzature comporta un elevato fattore di rischio, sia per i difetti delle attrezzature stesse (dovute, per esempio, alla mancata manutenzione) sia per l’uso improprio o scorretto che se ne possa fare. Le principali misure di prevenzione partono dalla progettazione stessa degli ambienti di lavoro e degli impianti di aspirazione e ventilazione per creare delle zone filtro; andrà poi integrata la consueta formazione degli operatori e l’impiego di DPI e DPC.